
“Come vivere da soli dopo il lutto?“. Si tratta di una domanda importante, che mi viene fatta nelle sessioni di coaching e a cui è importante rispondere partendo dalla persona. “Vivere” è un verbo infinito, generico.
Il punto è: come TU vuoi vivere dopo il tuo lutto. Perché, se ti chiedi come sta cambiando la tua vita, come cambierà dopo o attraverso il lutto, stai dicendo che sei disponibile nel modificare la tua vita, aprendoti alla novità dello stare senza, al potenziale di chi puoi essere insieme a te.
Partiamo da quello che vuoi cambiare perché vivere da soli dopo il lutto può essere un’opportunità.
Come vivere da soli dopo il lutto?
Nel coaching ad ispirazione gestaltica, ci sono domande attivanti e ci sono parole vibrazionali. In questo caso, ti segnalo la parola “Soli“, intesa come “da solo“, in “solitudine” dopo il lutto.
In questa frase è contenuta tanta solitudine, come se il proprio mondo fosse stato totalmente deprivato di presenza affettiva a 360° conseguentemente al lutto. Questo pensiero racconta l’importanza di chi è scomparso, sia come individuo a sé, sia come riempitivo di vuoti, sia come elemento significante nell’economia di una vita intera.
Racconta anche quanto l’individuo si sente capace di abitare il suo presente e di portare presenza in sé e nelle sue giornate indipendenemente da chi ha o non ha intorno.
“Come vivere da soli dopo il lutto?” parla anche di quotidianità, di routine, di problemi tecnici e pratici oggettivi, che prima trovavano risposta grazie alla presenza di quel qualcuno che ora non c’è più. C’è tanto, in questa domanda. Il punto è: che cosa c’è per te? Che cosa risuona in te? Se pensi alla tua situazione specifica, da dove vuoi partire per trovare il “come”, la presenza e la vita dopo il lutto?
Piccole ma significanti “cose”
Vivere da soli dopo il lutto significa che sei nelle tue mani. Come ti fa stare l’idea che adesso tu sarai il tuo punto di riferimento e che, almeno per un pò, i problemi che la presenza di chi è scomparso risolveva, ora dovrai affrontarli tu? Quanto non vuoi stare da sol@ con te e quanto non hai paura della solitudine? Queste sono domande attivanti che, se fatte in un contesto di coaching, possono aprire la strada a riflessioni di valore ma anche alla scoperta di risorse proprietarie importanti.
Ti consiglio di elencare tutte le aree importanti della tua vita: te stess@, professione, relazioni, famiglia, svago etc.
Per ognuna, scegli un oggetto che la rappresenti.
Prendilo in mano, chiudi gli occhi e, dentro di te, stabilisci che questo oggetto è l’area della tua vita che hai scelto. Ripeti per ogni area importante che hai scelto. Posizionale davanti a te e guarda che cos’hai messo più vicino, che cosa più lontano. Respira, osserva, prova ad attivare uno Sguardo Terzo e ad accorgerti di altro oltre a ciò che vedi davanti a te.
La cosa più vicina a te è davvero la prioritaria? Quella più lontana davvero è la meno importante? Le aree intermedie o quelle agglomerate e vicine le une alle altre, hanno spazio e confini o sono sovrapposte?
Miscuole azioni ripetute creano il cambiamento
Quando si pensa al miglioramento, al lasciarsi alle spalle situazioni di dolore, spesso si pensa ad azioni eclatanti, stravolgimenti completi. “Solo allora starai meglio….“, si dice. Spesso, tutto questo è troppo. Troppo da immaginare, da fare, da sostenere, da gestire nella vita con gli altri. Perché siamo fatti di equilibri e di invisibili fili che ci portano dentro o fuori di noi e tranciare nettamente delle corte manda all’aria una struttura di vita.
La paura è reale così come le resistenze che si attivano lo sono. Quindi, a piccoli passi, che cosa sei pront@ a trasformare o ad agire nel tuo quotidiano per trovare come vuoi vivere dopo il lutto? Si va per tentativi e questa è una via proprietaria per capire che cosa veramente risuona in te. Si torna bambini che esplorano un mondo: a volte è troppo grande, a volte è un piacere andare oltre i confini.
Come vivere da soli dopo il lutto!
Il punto esclamativo è una provocazione, che ti lancio per smuovere, in te, riflessioni. Il punto esclamativo è vitalità, energia, entusiasmo, scoperta: cos’è per te il punto esclamativo? Dove non vuoi metterlo, nella tua vita? Sai, per ricominciare a vivere dopo un lutto, il punto esclamativo è quel momento in cui ti dici: ok, adesso basta, adesso vivo! Non avviene subito, non accade nei primi giorni o nei primi mesi. Non accade perché te lo dicono gli altri o un sito web.
Accade quando, dentro di te, la voglia di tornare a vivere è più forte del piacere nella depressione. E uso il termine piacere per provocare in te altre riflessioni. “Gli occhiali” che si indossano nel lutto sono di infelicità, tristezza, lacrime, lamento, paura, ma se ci fosse anche il piacere, come sarebbe la tua esperienza? Quanto ti sarebbe difficile tornare alla vita se il piacere nel lutto facesse capolinea? Che cos’è, per te, il piacere nella vita dopo il lutto? Quanto non ti autorizzi a vivere piacere perché sei in lutto?
Risorse per te
Queste domande e questo post sono provocatori, in parte.
Lo scopo è aiutarti a pensare nuove modalità di vita, che appartengono alla tua radice di gioia anche se adesso è affumicata dalla tristezza. Se ti fa piacere parlarne di persona, scrivimi a info@carolinaventurini.it. Sarò felice di leggere i tuoi pensieri.