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Senso di solitudine: come fare quando diventa troppo forte

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Senso di solitudine; un’esperienza che colpisce milioni di persone ogni anno. Si tratta di un’esperienza psicofisica, che può sfociare anche in depressione. Quando, tuttavia, il senso di solitudine è un momento passeggero o, meglio ancora, una fase evolutiva, la persona può scoprire il potenziale dell’incontro con sé.

Come si fa a riconoscere se la solitudine è un momento passeggero, una fase evolutiva o l’inizio di un disturbo vero e proprio?

Dipende da come la stai vivendo e dall’impatto prolungato dentro la tua quotidianità. Se, infatti, la solitudine si aggancia anche all’isolamento sociale reiterato, alla depressione, alla tristezza o apatia cronica è molto probabile che tu stia vivendo una fase emotivamente delicata, che può trovare ascolto con una psicoterapia. In tutti gli altri casi, la solitudine è un campanello di vita, che si accede sul tuo potenziale.

Sentirsi soli quando si è adulti: la solitudine come bisogno

Oggi vediamo la solitudine con le lenti del coaching ad ispirazione gestaltico e cioè con il mio metodo di lavoro come coach professionista. Se segui questo blog da un pò, sai che gli articoli che pubblico sono delle mini sessioni gratuite di auto coaching quindi ti invito a continuare la lettura quando puoi attivarti in prima persona per stare meglio.

Come adulti è difficile ammettere che ci sentiamo soli. C

hi mai dice che ha bisogno degli altri, che ha nostalgia della vicinanza, che ha bisogno di passare del tempo con qualcuno, che gli manca la presenza di qualcuno? E, soprattutto, a chi lo dice? Ai colleghi di lavoro? Agli amici al bar, quelli che vede in pausa pranzo e sente su Facebook una tantum, quando l’agenda non è piena?

No, la solitudine, il senso di solitudine, sono esperienze intime, che vengono cammuffate perché giudicabili, giudicate come fragilità. In effetti, si tratta di fragilità, ma non solo della persona, di un sistema di vita della persona stessa. Quindi, la prima domanda che ti pongo pensando alla tua solitudine è: dove la senti?

Non nelle aree della tua vita, ma nel tuo corpo. Dove si trova, nel tuo corpo, la solitudine? E, che cosa fai o non fai con quella parte del corpo, nella tua vita?

Il potenziale del senso di solitudine

Sii onest* con te stess*: la solitudine ti piace? Che cosa non ti piace della tua solitudine? Che cosa vorresti di diverso? Perché, quando ci muoviamo in un territorio di potenzialità e non di patologia, c’è spesso qualcosa che va bene e qualcosa che va migliorato. Allora, pensa a quello che vivi, a come stai e chiediti se davvero tutto ciò che sperimenti è totalmente frustrante. Perché, se così non è, c’è qualche informazioni in più che può guidarti nel dare nuova forma alla presenza dentro alla tua vita.

A proposito di presenza, che cosa è presente dove non c’è solitudine? Che cosa c’è, che riempie o che includi?

Il potenziale della solitudine riguarda la forma che dai alla tua vita, al tuo vivere. Se, per lungo tempo, per esempio, hai rifiutato gli altri, oggi perché ne senti la mancanza? Qui c’è un punto chiave: il tuo ruolo dentro il tuo sentire.

Quali modalità, quali azioni, quali risorse hai a disposizione per portare compagnia?

Che tipo di compagnia vai cercando, che tipo di compagnia non riesci ad essere per te?

Mancanza, assenza, nostalgia: come gestirla quando è troppo forte

La questione è semplice ma dirimente: quando ti senti troppo solo o troppo sola, che cosa fai? Quello che fai, ti aiuta nel lungo periodo oppure sono soluzioni palliative?

Spesso la sensazione di solitudine ha radici antiche, che si possono indagare con le costellazioni familiari o con la psicoterapia, ma il coaching aiuta a creare, a dare forma, ad immaginare le azioni per cambiare rotta.

Porta a terra i pensieri astratti e quindi, con quest’ottica, con questa operatività, come vuoi gestire diversamente il tuo senso di abbandono, di vuoto, di mancanza, la tua nostalgia? Che cosa ti manca veramente? E, se ti manca qualcuno, come la mamma, il papà, un fratello o una sorella, un amico, che cosa te ne vuoi fare della consapevolezza che desideri incontrarli e passarci del tempo? Spesso si legge la solitudine come ad una “riga a metà“.

Prova a fare questo esercizio. Scrivi in un foglio:

SE MI SENTO SOLO/A, _____________________________ (conseguenza di cosa succede quando ti senti solo)

SE (conseguenza che hai scritto) ____________________________ , _____________________________ (conseguenza della conseguenza)

e vai avanti finché non ti senti svuotato, finché senti di essere stato totalmente onesto e finché non capisci il meccanismo che ti lega alla solitudine. Questo esercizio ti aiuta a capire a cosa ti serve e perché la tieni in vita. Se c’è, ha sempre un motivo.

Se vuoi confrontarti con me di persona, attiva la tua call di orientamento conoscitiva gratuita e capiamo come i miei percorsi possono alleviare la tua solitudine.

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