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Superare la paura e la resistenza al cambiamento di sé

Ogni tanto qualcuno mi chiede: “Come posso superare la paura e la resistenza al cambiamento?”. La mia risposta è: “Cosa non vuoi cambiare di te?”. A volte, il cambiamento non è un’esigenza sentita dalla persona, ma è un pensiero ipotetico, un pour parlé. Masticare amaro e sospirare: “Eh! Dovrei cambiare!” non significa aver voglia di cambiare e nemmeno aver identificato che cosa realmente si vuole modificare o che cosa si è disposti a fare per trasforamare qualche parte di sé. Ci sono persone che vivono la paura e la resistenza al cambiamento non tanto per il cambiamento di per sé, ma per quello che pensano dovrebbero vedere di sé stessi. Cambiare viene proposto come soluzione a qualcosa di sbagliato, che si fa o che si è. La resistenza nasce dal non credere fino in fondo che ci sia qualcosa di sbagliato in sé, ma che sia conseguenza o colpa di altri. Infatti, la dimensione con cui si può guardare al cambiamento non è quella dello sbaglio ma dell’opportunità.

La paura di cambiare sé stessi

A chi appartiene l’esigenza di cambiarti? A te o a qualcun altro? Perché, se cambiare significa annullarti, il cambiamento, per forza di cose, ti spaventa e ti ci relazioni con chiusura, con dubbio, con paura. Allora puoi provare a chiederti: che cosa significa per me “cambiamento”? Che cosa mi va bene di come sono? Quali parti del mio comportamento riconosco come pronte al rinnovamento? E ti chiedo anche: se guardi al cambiamento come ad un refresh di te, come ad un rinnovamento di qualcosa che è pronto per un aggiornamento, cambia qualcosa al riguardo?

Il cambiamento di sé porta la paura di cambiare perché viene raccontato come qualcosa di epico, che toglie legami, che mobilita eserciti interiori, che ti porterà a scontri e conflitti. In realtà, cambiare qualcosa di te può essere anche indolore nella relazione con gli altri, può essere persino liberatorio e pacificante. Pensa, per esempio, al cambiare il tuo approccio ai problemi degli altri. Se, ora, te ne fai carico emotivamente, uscendone senza energia e con un pessimismo diffuso, prova ad immaginare come sarebbe se, una volta, dentro di te, a te stessa, tu ti dicessi: “Non è una mia responsabilità.” . Si tratta di un cambiamento epocale eppure, all’atto pratico, è un respiro preso e la scelta di non agire per conto terzi, di non fare oltre, di stare nel tuo posto lasciando all’altra persona la ricerca delle sue strade. Pensi di riuscirci, per un volta? Significa qualcosa per te, fare un passo indietro? Quali effetti non avrebbe la tua scelta?

La resistenza al cambiamento di sé

No, non siamo tutti fragili e impaurito. Siamo anche arroganti e il pensiero di andare bene così perché ognuno va bene così com’è può essere un grande paraocchi. Eppure, queste trincee dietro a cui ci si barbica per tenere a distanza il nemico immaginario (il cambiamento o il mondo relazionale), raccontano anche un’altra storia. Quanto sei disposta a conoscere l’umiltà? Se dico “umiltà”, che immagine vedi? Che cosa nasce nel tuo corpo? Vedi, siamo cresciuti con la combo umiltà=subire perché questo è il messaggio che spesso viene proposto dalle religioni. Noi viviamo in uno Stato a forte impatto religioso nella vita e nell’identità degli individui: come sarebbe, per te, guardare al tuo modo di comportarti scindendo il “si deve/ho sempre fatto così” dal giudizio morale sul tuo valore umano?

Il punto è che se non senti veramente che qualcosa va cambiato, ci sarà sempre un buon motivo per evitare, rimandare. Chi determina quando è il momento di cambiare? Cosa fa emergere l’esigenza del cambiamento come via evolutiva? La vita, i fallimenti, le perdite, le cose che non riesci a fare, i limiti con cui puntualmente ti scontri. A volte si tratta di riconoscere che ti porti nei posti dove non puoi fiorire perché hai paura di chi potresti diventare, fiorendo. Talvotla significa renderti conto che reagisci sempre alla stessa maniera davanti ai medesimi stimoli, mantenendoti nella sofferenza e nell’insoddisfazione per forza di cose.

Cambiare è, innanzi tutto, renderti conto di una modalità di comportamento. Il resto viene da sé. Ti posso aiutare nell’entrare in contatto con le tue modalità con il coaching. In questa pagina trovi i contatti per attivare la tua esperienza con me come coach. Il punto non è cambiare ma capire, non è resistere ma conoscere, non è la paura ma la fiducia.

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