Lutto Animale

L’ho lasciato solo e il veterinario me l’ha ammazzato

L’ho lasciato solo una sola notte e il veterinario me l’ha ammazzato. Non mi avevano detto che stava per morire. Non ho nemmeno potuto salutarlo. Pensavo avremmo avuto ancora tempo e invece è morto così, in gabbia, da solo.” Queste sono alcune delle lettere che sto ricevendo dalle persone che richiedono la guida Ponte dell’Arcobaleno. Da un punto di vista Gestaltico, nel coaching questa esperienza viene elaborata partendo dalle parole che la persona usa per descrivere il suo vissuto. Quando ascolto: “L’ho lasciato solo“, sento la vibrazione potente di queste parole, in particolare della parola “lasciare” e “solo“. In questo giro di Gestalt, lasciamo emergere i tuoi significati intorno a queste espressioni.

Responsabilità personale, aspettative, rabbia, colpa

Quando ci troviamo a vivere esperienze emotive d’impatto, che ci cambiano la vita, può accadere che i sentimenti esplodano e perdurino in noi per lungo tempo. Talvolta, questo sentire diventa così totalizzante da condizionare scelte e relazioni, producendo conseguenze o danni a seconda di come si sceglie di viverlo. Ognuna di queste emozioni totalizzanti è una scelta e, sebbene sia più immediato portare all’esterno la responsabilità del perdurare di questo stato, ognuno di noi può scegliere di vivere l’emozione conferendole maggiore o minore potere.

Esiste un ciclo di vita per ogni sentimento e, anche quando siamo sommersi dalla rabbia e dalla colpa, possiamo facilitare il processo di dissoluzione e trasformazione ponendoci alcune domande:

  • Cosa significa per me questo sentimento?
  • Quanto non lo voglio più o quanto mi serve ancora?
  • Come posso prendermi cura di me?
  • Che cosa sento se penso di lasciare la rabbia, la colpa, il senso di tradimento, il dolore?
  • Dove sento queste emozioni nel corpo?
  • Che cosa ne voglio fare di queste consapevolezze?

Emozioni primarie e potere personale

La paura, la rabbia, la tristezza, il disgusto, la sorpresa sono emozioni primarie, che attivano reazioni di sopravvivenza. Quando viviamo una privazione immotivata, immediata, simultanea, alle nostre spalle, senza la dovuta cura nella comunicazione e nella relazione, dove la superficialità o il dare per scontato hanno la meglio sull’empatia, viviamo pericoli. Si tratta di situazioni recepite dal nostro cervello con immediata preoccupazione e reazione. Quando, all’improvviso, un affetto importante scompare e ci viene negato il diritto all’ultimo saluto o all’accompagnamento gentile nel fine vita, la persona si può sentire defraudata di diritti, impotente, fragile. Quello che rende fragile, impotente e senza diritti non è solo il fatto “nudo e crudo” o le modalità con cui questo avviene: è il senso che ha, per la singola persona, aver vissuto l’evento in quel modo.

Che senso ha, per te, aver dato fiducia, aver lasciato il controllo, aver ceduto alla stanchezza o alla disperazione e aver chiesto aiuto e poi esserti sentito tradito da un danno irreversibile nella tua vita? Che cosa significa, per te, dare fiducia a qualcuno che poi non ha cura di te, delle tue emozioni, dei tuoi bisogni?

L’ho lasciato solo e il veterinario me lo ha ammazzato

Vittima e carnefice. Chi sei tu? Come ti pensi, come parli di te? Quanto vuoi essere carnefice, quanto non vuoi essere vittima? Nel coaching ad indirizzo Gestaltico non si entra in merito ai fatti accaduti ma si presta attenzione al modo con cui la persona ha agito e agisce. Il focus è sulla persona e non per ritenerlo responsabile, vittima, colpevole o altro. Ma perché il cambiamento avviene quando la persona riesce a riappropriarsi di sé, dei propri meccanismi, di quello che fa e come lo fa, sulla base di quali significati e sensi.

Quando, per esempio, tu ti ammazzi simbolicamente o praticamente? Che cos’hai ammazzato di te in questi anni? Come puoi salvarti la vita? Quanto non vuoi vivere?

Per oggi, queste domande intense ti sono d’aiuto, se vuoi, per attivare la tua consapevolezza. Non rispondere di getto, se puoi. Rallenta, datti il tempo per sentire, torna a te, con fiducia, senza paura di scoprire cosa c’è sotto alle tue emozioni e come quello che trovi può darti nuovi input per vivere.

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