Lutto Animale

Le dee dentro la donna per superare la perdita

Le dee dentro la donna è il tema che tratterò domani durante una piccola conferenza a Gradisca d’Isonzo, nella Fiera Gradisca Olistika. Le dee dentro la donna è anche il libro di J.S. Bolen, psichiatra e psicoanalista junghiana, autrice di innumerevoli libri sugli archetipi femminili e maschili. Domani, prendendo spunto dal suo contributo alla comprensione della psicologia femminile, realizzerò un’attivazione gestaltica cioè un incontro dove le persone, attraverso le mie parole, incontreranno quelle parti, dentro di sé, che vogliono essere viste.

Le dee sono archetipi cioè modalità immaginative, che caratterizzano diverse tipologie di donne, quelle più votate all’indipendenza, quelle più interessate dalla relazione e Venere, la dea connessa con l’Amore in senso stretto e libero. Porterò le dee dentro la donna come strada per superare una perdita, per evolvere la propria persona ampliando i confini del fare e del sentire.

Artemide: la dea femminista contro la violenza sulle donne

Artemide, dea della caccia e della luna, è la prima delle dee vergini. Le dee vergini non sono interessate nè da rapporti affettivi con gli uomini e nemmeno da abusi sessuali su loro stesse. Artemide è vista, nell’immaginario collettivo, come quella dea con arco e frecce, che solca la natura ed esplora i territori seguita da uno stuolo di ninfe.

La natura è il suo luogo di riferimento e, spesso, viene rappresentata con la simbologia del cervo, del daino, dell’orso e del cinghiale. Il suo focus è la sorellanza, l’andare in aiuto delle donne sopraffatte punendo senza pietà i malfattori.

Risolve problemi. Viene definita una in sé stessa. Le sue relazioni con le donne parlano di amicizia e disponibilità mentre gli uomini non sono né cercati, né contemplati. Artemide ha obiettivi, li persegue con efficacia (arco e frecce) e ha uno spirito leggiadro.

La donna Artemide è una donna indipendente, che persegue i suoi obiettivi e misura sé stessa nelle esplorazioni e negli incarichi che hanno a che fare con la natura. Non cerca legami viscerali con un uomo, non prova gelosia, la sessualità non è fondamentale. Si basta, vive bene il tempo in autonomia.

Il suo punto di crescita è duplice: l’intimità nella relazione e la gestione della rabbia (il cinghiale). Lei sa essere devastante con azioni e parole, non ha filtri e non ha freni. Quando decide di punire, segue il suo volere e giudica senza pietà. Se vuoi approfondire la dea dallo spirito indomito, puoi farlo da qui.

Atena: la dea che raggiunge gli obiettivi meglio degli uomini

Atena è la seconda dea vergine e viene raffigurata come donna guerriera, che nasce già con una corazza scintillante dalla mente di Zeus. La sola iconografia tipica racconta già i punti di forza e di debolezza dell’archetipo.

La razionalità, la saggezza, la concentrazione, la capacità di relazionarsi con gli uomini nel loro mondo, alla loro maniera raggiungendo traguardi nonostante il suo essere donna. Atena, a differenza di Artemide, vive in città e protegge gli eroi, si accompagna con Zeus, Achille e Ulisse e cerca la relazione con uomini di spessore. Anche per lei, l’intimità, la maternità, la relazione profonda con un uomo non sono la priorità.

Quando ha relazioni affettive, queste si basano sulla collaborazione per fini comuni legati alla professione e alla realizzazione. Tanto Artemide è competitiva con l’uomo, tanto Atena è collaborativa purché ci sia profitto e vittoria. La donna Atena non ha alcun interesse per la sorellanza. Le donne la mal sopportano perché non parlano la stessa lingua e viene giudicata arrivista, senza scrupoli e senza empatia. Dal canto suo, lei raggiunge traguardi che tutte le altre nemmeno immaginano.

Il suo punto di crescita è, come per Artemide, la relazione empatica e la sessualità. Per lei, la passione e il provare sentimenti sono ambienti totalmente sconosciuti. Ha avuto solo il padre e non la madre e non ha l’alfabeto dei sentimenti nel suo codice dell’anima. Questo, alla lunga, può creare insofferenza e perdita di relazione.

Estia: la dea che abita la solitudine con appagamento

Estia, tra le dee dentro la donna, è quella che, più di tutte, abita l’ambiente casalingo. Viene raffigurata spesso vicino al focolare, come custode del Sacro Fuoco, e nel Tempio. Viene adorata per la sua connessione con l’anima. Si tratta di una dea introversa, introspettiva, che scompare volentieri alla vista della gente. La donna Estia è una casalinga felice, senza spirito competitivo. Non ha interessi per i viaggi, le esplorazioni o il lavoro di squadra.

Si sente realizzata nel mantenere l’ordine, la pulizia, la cura delle abitudini. Rappresenta la moglie intima, ma non avventurosa; una di quelle che viene data per scontata. La donna Estia è una donna chiusa, timida, introversa, che non ama la confusione e non si getta nella mischia. La sua crescita si sviluppa nell’incontro con gli altri, nell’imparare a stare in mezzo alla gente.

Era: la dea che cerca l’intimità

Era è la rappresentazione della moglie. Nell’Olimpo, lei è la moglie di Zeus e, come le altre dee vulnerabili, Demetra e Persefone, anche lei viene rapita, umiliata, violentata e tradita. E’ una donna che cerca, nella fusione con l’uomo, la sua realizzazione come individuo. Per lei, il ruolo di moglie è centrale e mira alla disponibilità emotiva del marito. Al rispetto delle Promesse e alla condivisione di un progetto di relazione nel lungo periodo. Non le interessano le relazioni futili, è capace di rispetto per certe donne purché non le consideri come “Amanti” o potenziali amanti. Lei si arrabbia sia con il marito ché con le donne. Era è in costante richiesta al marito, Zeus, che la umilia in continuazione con i suoi tradimenti. La dea del matrimonio porta la riflessione sulla dipendenza affettiva e sulla rabbia distruttiva. Il suo punto di crescita è bastare a sé stessa e prendersi cura della sua vita quando il marito non c’è.

Demetra: la dea del nutrimento

Demetra è la protrettrice delle messi ed è colei da cui dipende la salute dei raccolti, l’abbondanza, la prosperità, il fluire delle stagioni e delle nascite, sia ambientali ché animali. Questa divinità, come tutte le dee vulnerabili, viene rapida, umiliata e violentata. Fa esperienza di richieste non accolte quando sua figlia, Persefone, viene rapita da Ade. Demetra non sa, all’inizio, che la figlia era nel regno degli inferi. Passa diverso tempo prima di ricevere ascolto. Trova parziale accoglienza delle sue pressanti richieste di aiuto solo dopo essere sprofondata in una profonda depressione. La sua depressione ha fermato il raccolto e, solo dopo aver sperimentato il rischio di morire di fame, l’Olimpo si muove raccontandole la verità e trovando un compromesso con il Dio degli Inferi rispetto alla figlia. Demetra ci racconta del elgame simbiotico fra mamma e figlia e l’impossibilità di accettare una separazione. La sua evoluzione risiede del cordone ombelicale scisso e nel recupero della sua identità di donna oltre il ruolo di mamma.

Persefone: la dea che, da figlia, diventa Regina degli Inferi

Persefone è una dea bambina, figlia di Demetra. Viene rapida da Ade e portata negli Inferi. Dopo un periodo di depressione e nostalgia per la madre, impara a vivere nel mondo oltre e a ricoprire il ruolo, gradualmente, di regina degli inferi. Dopo l’infuriata di Demetra, avrà il permesso di passare sei mesi con la madre e sei mesi con il marito. La sua è una figura emblematica nelllo sviluppo psichico di una donna dipendente. il ruolo del maschile nello spezzare un legame simbiotico tra donne merita un approfondimento adeguato, perché è l’unico uomo che si frappone, con molta deterinazione e rudezza, nel rapporto fra madre e figlia. Ade è, per Persefone, un’occasione per diventare adulta ed indipendente nonostante il legame con la madre. La sfida di Persefone è l’autonomia rispetto alla amdre e il superamento della depressione accettando la sua nuova situazione di vita. Ricoprire un ruolo adulto e tornare dalla madre, da adulta, da sposata.

Venere: la libertà dell’amore

Venere è la dea dell’amore libero, della bellezza. Viene osteggiata dalle dee vulnerabili, che la sentono pericolosa perché toglie loro l’attenzione degli uomini da cui loro hanno bisogno di qualcosa. Venere è la donna che vive per il piacere, per sé stessa e per le relazioni sessuali senza coinvolgimento emotivo. Ha una spiccata capacità di entrare in relazione con le persone e riesce ad ottenere favori e benefici grazie al suo fascino. E’ una dea che sblocca le situazioni perché quando arriva, qualcuno sceglie, qualcuno trova, qualche amore sboccia, qualche passione infuoca. Ed è questo il valore dell’archetipo. Portare amore, bellezza, piacere, incontro elggero, autonomia, indipendenza. Il suo punto di sviluppo è entrare in relazione intima e duratura con qualcuno. Fermarsi. Restare quando le cose sono più difficili, scoprire il valore dell’interiorità fra persone che condividono un progetto.

Le dee dentro la donna e la perdita

Le dee che patiscono di più la perdita sono le dee vulnerabili: Era, Demetra e Persefone. Se anche tu ti sei riconosciuta in loro, sappi che la chiave di svolta è coltivare le dee vergini in te, chiedendo il supporto della dea libera, Venere. Se ti fa paicere lavorare sul tuo sviluppo, possiamo farlo insieme con il coaching. Prova a guardare qui.

Ti potrebbero interessare anche

error: I contenuti sono protetti