Il metodo che viene utilizzato nel coaching della rinascita è quello della Gestalt applicata al coaching.
L’ispirazione gestaltica fa in modo che la persona si dedichi al presente e alle sue risorse quindi diventi capace di far accadere ciò che desidera, partendo da ciò che ha, da chi è e dai suoi desideri.
Il coaching sviluppato attraverso le ispirazioni del metodo della Gestalt lavora sul qui e ora, sui significati e sul fare. Le consapevolezze sui propri desideri, abilità di comunicare e comunicarsi creano nuove modalità di vita.

Il ciclo di contatto nel coaching
Il ciclo di contatto è quel percorso che fa l’esperienza per essere riconosciuta, integrata e sviluppata nei fatti come potenziale concreto.
La fase terminale di un’esperienza, quindi il momento in cui una relazione o una fase di vita si conclude, è il momento in cui la persona capitalizza la sua esperienza per aprire il successivo ciclo di vita rinforzata dal capitolo precedente.
Il ciclo di contatto ha un andamento circolare e prevede cinque momenti salienti:
- Focus sull’obiettivo
- Presa di contatto con il tema inerente la crescita personale
- Contatto pieno con l’esperienza
- Riconoscimento delle risorse
- Appropriazione del destino e scelta delle azioni per iniziare
Questa è la struttura che caratterizza sia l’incontro individuale singolo di coaching, sia il percorso da dieci incontri (quindi con due giri di Gestalt, come si dice in gergo).
Il cambimento avviene attraverso il cambiamento della prospettiva con cui si guarda agli eventi e a sé stessi.

Di cosa NON si occupa il coaching
Il coaching è potenzialità, è fare, creare, agire, dare forma, prendere parte attiva nella tua vita, essere l’artefice della concretezza dei tuoi desideri.
Il coaching NON si occupa di:
- Traumi
- Disturbi di personalità
- Relazioni disfunzionali con sé stessi e con la realtà
- Depressione, insonnia patologica o stati d’ansia
- Comportamenti auto lesionisti
- Tutto ciò che rientra nella sfera medica e psicologica profonda
Il coaching NON è:
- Una costellazione familiare
- Una terapia psicologica
- Una chiacchierata fra amici
- Una soluzione olistica
- L’alternativa a rimedi naturali o farmaceutici
Il coaching con ispirazione Gestaltica lavora con la persona in salute, sui temi:
- Qualità delle relazioni interpersonali e con sé stessi;
- Professione
- Sessualità sensoriale
- Gestione del denaro
- Progettualità individuali e di gruppo
- Sviluppo dei talenti

Il lutto, le perdite e i cambiamenti d'impatto trasformati con il coaching
Il coaching agisce sulle potenzialità umane, sulle risorse e sulla capacità di far accadere le cose. Quando una persona si rende conto che l’esperienza che sta vivendo è uno spartiacque fra una modalità di vita e quello che sarà il futuro, può scegliere come attivarsi per questo futuro.
Il coaching è una possibile chiave per aprire il futuro partendo dal dare valore al presente. In quanto chiave, può aprire le porte:
- della creatività espressa nei fatti
- della comunicazione verbale e agita con cognizione
- autostima
- coraggio
- desiderio di espansione interiore
- talento
- accettazione interiore
- amore

Il metodo e i risultati
Con il coaching ad ispirazione gestaltica la persona raggiunge:
- una maggiore comprensione di sé
- il progetto di rinascita
- le azioni per manifestare i propri confini
- le modalità per incontrare gli altri nel rispetto delle diversità
- le priorità del suo benessere
- le strategie di resilienza attiva
Inoltre:
- dà nuovo valore al tempo
- capitalizza le sfide della vita
- si radica in sé imparando come reggere i venti della vita
- si autorizza alla gioia
- fa accadere le cose che desidera perché le sceglie facendo perno su di sé
Il coaching ad ispirazione gestaltica viene chiamato anche “terapia per sani” (cit. G. Baroni) perché è per le persone indipendenti, quelle che vogliono essere attive nella propria vita e che accettano con gioia il proprio ruolo creativo in ogni singolo giorno a disposizione.
Nel coaching non si piange di continuo, non si rimestola il passato, non si parla dei genitori. Si crea.
La persona non è vittima, è libera.
O impara ad esserlo, un fatto alla volta. Scelta autonoma dopo decisione sentita.
Ci si chiede: “E adesso? Che cosa te ne vuoi fare di tutto ciò?” da qui si parte a dare forma al presente, immaginando il futuro e agendo affinché quell’immagine riempia di buono il tuo presente.