Come è accaduto per l’articolo “Ho picchiato il mio cane“, oggi affrontiamo un altro grande tabù doppio. La stanchezza del proprietario di cane e la paura del proprio cane di famiglia. Qualcuno, fra voi, è entrato nel mio sito cercando risposte a queste domande implicite e oggi, finalmente, riesco a darne una.
La sottomanda alle affermazioni: “Ho paura del mio cane” e “Sono stanca del mio cane“, infatti, si può riassumere in un, più o meno disperato: “Che cosa devo fare?“. Che cosa devo fare quando ho paura del mio cane. Che cosa devo fare, ora che sono così stanca del mio cane. Lo spettro, infatti, è l’abbandono, la rinuncia di proprietà, il cercare nuova collocazione. Molti lo fanno, dicendosi che altrove starà meglio, che è tutta colpa dell’animale, che…. qualsiasi scusa. Ma a me piace pensare che, se una persona cerca in Google un consiglio al riguardo, forse c’è ancora una luce di speranza, prima dell’abbandono. Ed è proprio a quella luce che voglio parlare.
Il vero volto della paura del cane
La prima cosa che ti voglio dire è che, come coach, mi occupo di frequente dei problemi di relazione fra le persone e i loro animali. Tutto il mio progetto professionale ruota intorno al potenziamento dell’essere umano mentre vive la vita e il ponte dell’arcobaleno con il suo pet. Quindi la paura che stai vivendo, la puoi affrontare anche con gli strumenti del coaching, accogliendola e ascoltando che cos’ha veramente da dirti. In un’ottica di potenzialità, non di diagnosi o di accusa o di giudizio o di etichette. Potenzialità significa che puoi trasformare ciò che vivi in qualcosa di più utile per te e per voi.
Di solito, il problema non è mai (solo) il cane di per sé, ma qualcosa che ha valicato un confine persone e che oggi senti come ingestibile, pericoloso e molesto. Capire la vera radice del problema, ti permette di trovare le risorse e le soluzioni che smuovono la situazione.
Ti consiglio di visitare il mio sito per scoprire il mio metodo di lavoro o prenotare una sessione prova in promozione insieme a me. Se preferisci, ho scritto un libro, “Animali nel cuore“, che ti aiuta come una sessione di coaching, a prendere coscienza dei tuoi temi e di cosa ti riguarda in prima persona, dentro la paura del tuo cane.
Cosa copre la stanchezza di avere un cane
Come coach, mi trovo spesso davanti ai carichi che le persone adagiano, più o meno consapevolemente, sulle proprie spalle. Per evitare problemi agli altri, perché pensano di non poter chiedere, perché si sentono in dovere di farlo, perché ritengono che solo loro sanno farlo bene, perché si rifiutano di delegare, perché…. all’infinito. La stanchezza ti dice, semplicemente, che, da qualche parte, in te, c’è qualcosa che stai tenendo troppo e, dall’altra, c’è qualcuno a cui non stai dicendo qualcosa di importante.
Permetterti di accogliere la tua stanchezza, ti permette di guardare che cosa tu stai facendo per rendere così pesante l’esperienza di vita con il tuo cane. Perché, anche qui, il cane è l’ultimo elemento di una serie di scelte che tu hai preso. Guardare a come scegli nella tua vita, ha un impatto immediato sulla tua stanchezza.
Abbandonare il cane per paura o stanchezza
Etichettata come scelta irresponsbaile, io preferisco guardarla come una scelta di disimpegno, più che di irresponsabilità. Abbandonare il cane per paura o per stanchezza è, innanzi tutto, toglierti dalla relazione, mettendo sulle spalle dell’animale la colpa, uscendone “pulita“.
Tra la parola “colpa” e la parola “causa”, come coach, nelle sessioni, utilizzo la parola “causa” perché essere causa di una conseguenza porta la persona a riflettere sulle azioni che materializzano sia la causa, sia la conseguenza.
Questo significa diventare una persona causativa, cioè che è causa della sua vita, nel bene e nel male. Quindi è una persona libera e responsabile perché si rende conto di come agisce nel mondo, è cosciente, consapevole e concretamente attiva per il proprio bene, sapendo che può cagionare anche immenso danno agli altri.
L’abbandono è una conseguenza di consapevolezze mai valorizzate con la coscienza attiva.
L’abbandono è la rinuncia di avere un impatto sulla tua vita e la conferma che non hai (pensi di non avere)il potere di cambiare le cose. Soprattutto è la fuga dalle relazioni.
Relazionarsi con qualcuno di cui hai paura e di cui sei stanca significa sviluppare nuove competenze comunicative, confini fisici, spaziali e morali, uscendo dalla zona di comfrot.
Certo, è pù facile abbandonare che imparare nuovi modi di essere e di vivere.
Restare, però, ti porta un passo oltre il tuo modus operandi comune.
Perché ciò che vivi con il tuo cane, lo riproponi dentro la tua vita, e ha un motivo per cui lo fai.
Abbandonare e non vedere, non ti risparmierà dal vivere ancora e ancora questi stessi problemi.
A te la decisione.