
Vivere l’eutanasia del tuo cane o gatto e, pochi giorni dopo, la cremazione del tuo animale d’affezione è un’esperienza emotiva decisamente forte. Straziante. Ti lascia boccheggiante, piena di sensazioni, percezioni, pensieri, emozioni, che ti disequilibrano nella vita quotidiana.
L’eutanasia del cane o del gatto è un’esperienza forte, per il proprietario di animali, perché il cane e il gatto, a differenza di altri animali, vengono vissuti come “figli”. Decidere l’eutanasia per il cane o per il gatto, per alcuni, è come decidere di “mandare a morire” una creatura che significa “amore”.
Trovare un punto di serenità dopo la cremazione del tuo animale d’affezione è un processo che avviene per gradi, vediamoli insieme.
Eutanasia del cane o del gatto: perché fa così male per la persona?
L’eutanasia per gli animali è una scelta personale che avviene all’interno del nucleo valoriale della persona.
Per nucleo valoriale intendo quello spazio intimo e privato di ognuno di noi dove coabitano e coesistono i nostri codici etici, i valori, le priorità, gli allarmi di identità. Si tratta di un nocciolo importansissimo perché definisce come ci comportiamo vivendo la nostra vita e chi siamo nel profondo, in quegli spazi che, se toccati, ci annientano come esseri umani.
L’eutanasia è la scelta di intervenire chimicamente provocando la morte di un essere vivente quando è ancora in vita. Questo dato di fatto è composto da pensieri, azioni ed emozioni.
Nei pensieri sono inseriti i valori, le opportunità, i benefici e le perdite che vengono soppesate prendendo la decisione di agire o non agire. Decidere o non decidere in favore o contro l’eutanasia è dichiarare un asset di valori e di pensieri ed è proprio questa dichiarazione che, se non effettuata con il rispetto della persona che la agisce, causa patimento.
L’eutanasia animale è anche la dichiarazione di come noi, come persone, riusciamo a vivere o non vivere, l’accompagnamento nel fine vita. Stare fino alla fine è una modalità di comportamento non scontata. I “perché” profondi che nutrono la capacità di stare o non stare fino alla fine nelle situazioni dove si ha la sensazione di perdere l’amore hanno valore.
L’eutanasia del cane o del gatto impatta sul come la persona si pensa e cosa ritiene di essere capace di controllare con le sue forze.
Cremazione di animali d’affezione: l’ultima fisicità insieme
Il momento della cremazione di animali d’affezione è sacro perché è l’ultimo momento dove la persona può incontrare fisicamente il suo animale nella forma che ha sempre conosciuto.
Quell’ultimo saluto è il momento più importante di tutta la vita passata insieme perché sancisce definitivamente la fine all’esperienza corporea così come era stata vissuta.
La cremazione di animali d’affezione, poi, porta con sé un nugolo di rappresentazioni mentali deleterie, nate dal linguaggio:
- gli animali sono considerati dalla legislazione come rifiuti speciali
- il forno crematorio rimanda all’Olocausto come immagine
- le ceneri dei corpi rimandano all’Olocausto e ai riti
- bruciare i corpi morti ha un’iconografia che si perde nella notte dei tempi, nel bene e nel male
Inoltre, la cremazione di animali d’affezione non è un rito funebre vero e proprio anche se alcune aziende promuovono questi successivi servizi. La persona resta con sé e con ciò che ha scelto di vivere, frastornata, attonita.
Per alcuni, la cremazione di animali d’affezione è un momento liberatorio e di pace perché portare a casa l’urna è tornare a dare una forma fisica, tangibile, al proprio animale.
L’urna, l’oggetto “magico”, ha il compito di aiutare la persona a staccarsi dal bisogno del contatto fisico con il proprio pet. L’urna si può abbracciare, toccare, guardare, ascoltare, annusare è il momento della riconsegna delle ceneri è un momento estremamente importante per la persona.
“Si torna a casa, Fido. Si torna a casa, Micio”, queste sono le parole che la persona dice. Un ricongiungimento che significa e che trasforma la relazione fra la persona e il suo animale d’affezione dopo l’eutanasia e la cremazione.
La serenità dopo l’eutanasia del cane o del gatto
Come si diceva poc’anzi, la serenità dopo aver scelto l’eutanasia del cane o del gatto nasce dal rispetto del sistema valoriale e dei significati che la persona stessa attribuisce alla morte.
Le modalità con cui la morte accade raccontano le modalità con cui la persona sta in relazione con le separazioni, con gli addii, con il lasciar andare, con l’arrendersi, con il non combattere l’impossibile. Ecco, allora, che la serenità può fare capolino nel momento in cui entrano le forze del perdono e dell’amore a difendere l’identità della persona dagli attacchi del giudizio.
La serenità dopo la cremazione di animali d’affezione
Essere o tornare ad essere in pace con sé stessi accade quando senti di aver fatto ciò che significava per te. Autorizzarti a dire le parole che hai bloccato, a fare quello che hai giudicato, a creare, dando forma al tuo modo personale e speciale di salutare, sono azioni che, come un balsamo, sciolgono gli ingorghi delle emozioni.
Il lutto arriva dopo ed è un momento naturale perché vivere il vuoto, l’assenza, la chiusura di una relazione quotidiana è un’esperienza che impatta nella vita delle persone diversamente. Soprattutto, il lutto animale spesso non arriva da solo ma si inserisce dentro a vite già complicate, dove il venir meno della certezza del tuo animale è perdere punti fermi che ti davano stabilità.
Ecco allora che, in questo caso, può nascere la necessità di rimettere ordine ai pensieri e sviluppare nuove risorse personali per fare un passo oltre al lutto, verso una vita risolta, di nuovo in equilibrio fra il sentire e il volere.
In tal caso, se pensi possa essere io la persona che stai cercando per la tua crescita personale e per rinascere partendo dal perdono, utilizzza il form di contatto per prenotare la tua prima sessione di coaching gratuito con me. Sarò felice di incontrarti.