Lutto Animale

Come difendere i confini personali nel lutto

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Come difendere i confini personali nel lutto è una delle esigenze più concrete che i miei clienti mi portano nei percorsi di coaching. Il lutto animale – ma anche gli altri lutti – è una fase di vita in cui la persona si sente fragile, indifesa, scombussolata, frastornata. Questo può essere sufficiente per farla dubitare della propria capacità di sentire, scegliere, accorgersi, riconoscere, vedere. Il dubbio diventa una porta spalancata alle opinioni degli altri, buone o cattive, giuste o ingiuste. Ecco che la richiesta di aiuto o di ascolto diventa un lascia passare per un riversamento di giudizi sul diritto di soffrire o di amare ancora quel qualcuno che non c’è più. Si riceve pressioni per andare oltre, per relativizzare o banalizzare il distacco. In questo articolo ti aiuto a riportare le invasioni di spazio nella prospettiva di crescita utile.

Non sono loro, sei tu

Ricorda: ogni volta in cui qualcuno invade il tuo spazio personale, professionale, intimo chiediti che cos’hai fatto per autorizzare, per permettere questa invasione. Questa è una dura legge che si può applicare a ogni situazione di abuso di potere o di esagerazione nei modi. E’ una legge che porta il potere dentro le mani della persona che subisce e la sposta dal ruolo di vittima al ruolo di persona libera, che può proteggersi, accorgersi, difendersi e dire di no ancora prima che ci sia la necessità di tirare la linea rossa interiore. Questo ti voglio dire: non hai bisogno che gli altri ti dicano se fai bene o se fai male a soffrire per la morte del tuo animale.

Il soffrire per il tuo lutto è la realtà di cui ti deve importare perché è la tua realtà, l’unica su cui puoi agire. Se ti senti stanca di soffrire, hai il potere di smettere. Se chiedi a qualcuno la legittimazione per le tue lacrime, stai dando a questa persona il diritto e il potere di decidere i tuoi limiti.

Che te ne fai, poi?

Una volta che ti sei messa nella posizione di bambina che attende l’autorizzazione di vivere, sentire e amare, che cosa succede? Che te ne fai di come vede il tuo dolore qualcun altro? Qualcun altro se lo prende in carico e soffre al posto tuo? No. Qualcun altro ti aiuta ad attraversarlo nella concretezza del quotidiano oltre il primo e il secondo giorno? Molto probabilmente no. Quindi il giudizio degli altri sul tuo diritto a soffrire è totalmente inutile perché anche ti dicessero che non ne hai diritto, se tu soffri, soffri comunque, se non di più. Il punto è perché vuoi che qualcuno ti dica che fai bene o fai male quello che fai. Perché hai bisogno di essere giudicata. Cosa te ne fai di questo meccanismo e come lo usi per non assumerti la responsabilità di determinare la tua vita in base al tuo volere, in barba agli altri.

Come difendere i confini personali nel lutto

Ti lascio 5 domande utili per imparare a difendere i tuoi confini personali. Sono domande attivanti, che ti potrei fare durante una sessione di coaching insieme. A proposito, se vuoi lavorare sul come difendere i confini personali riuscendo comunque a stare in relazione con gli altri, puoi fissare il tuo primo incontro gratuito con me da qui. Questo detto, ecco le domande che ti propongo di esplorare nel tuo tempo vibrante:

  • Che cosa significa per te il confine?
  • Come vuoi il tuo confine?
  • Se immagini il tuo confine, che forma potrebbe avere e dove ti collochi tu rispetto a lui?
  • Se il tuo confine fosse un luogo fisico, chi non vorresti al suo limite?
  • Che cosa dovrebbe accadere per prenderti cura della tua persona?

Buon sentire,

Carolina Venturini, Petloss Coach

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