Lutto Animale

Come scegliere nel fine vita animale

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Qualche tempo fa mi è arrivato un cliente confuso. Mi chiedeva come scegliere nel fine vita della sua gatta. Era combattuto fra le sue emozioni, le ragioni veterinarie, le prospettive di vita reali della sua gatta. Come scegliere nel fine vita è una questione importante. Ti confronti con le tue paure e con l’oggettività di situazioni mediche su cui non hai il potere di intervenire per sanare. Quando arriva una diagnosi infausta, senti il ticchettio dell’orologio, vedi i granuli della clessidra scendere più rapidi. Mille sono i pensieri che riempiono la testa: Avrò tempo? Servirà? Se non lo faccio, mi sentirò in colpa, poi? In realtà, l’unica domanda che vale la pena porsi è: come voglio vivere l’amore nel tempo che abbiamo a disposizione?

La paura della solitudine come ago della bilancia

Ci sono persone che sono abituate a stare da sole ma, quando incontrano la certezza di una solitudine ancora più profonda, data dalla perdita di qualcuno che amano, sentono la frana sotto ai piedi. Si tratta di una solitudine che evoca l’assenza di nutrimento, di sorpavvivenza, di presenza.

Il fine vita animale e la necessità di capire come scegliere ti mettono a confronto con le modalità di comportamento e le conseguenze oggettive, nei fatti, che ha la paura della solitudine agita dentro la tua vita.

Paura della solitudine intesa come la paura di non essere amati, la paura del venir meno dell’amore ed è quell’assenza che causa fragilità.

In realtà, la presenza dell’amore in noi non dipende dal nostro animale, ma da quanto riusciamo a sentire l’amore in noi stessi come entità che esiste a prescindere dalle presenze terze. Noi siamo amore e l’amore è un valore, è un’energia, è una creatività che c’è in noi.

Come coach, ricongiungere la persona al suo amore libero è un viaggio stupendo, uno di quelli che cambia la vita nel profondo. Oggi, però, ti invito a chiederti: la mia solitudine quanto gestisce le mie scelte? La paura di stare senza amore come mi condiziona la vita? Creare in anticipo il vuoto quanto mi appaga?

Come scegliere nel fine vita animale

Usare la razionalità non ti darà le risposte perché, con la mente, ci si crea mondi e ci si racconta bugie, ci si auto convince e si traggono conclusioni affrettate per giustificare l’innominabile.

Senti nel tuo corpo la tua verità e abbi il coraggio di starci di fronte, di reggere quei “No” potenti che lavorano sotterranei nei fatti e nelle sensazioni e ti portano altrove da ciò che “dovresti” (ma non vuoi).

Prova a sentire nel corpo dove si trovano le tue scelte. Che sapore hanno. Che cosa vedi quando visualizzi la scelta che non riesci a prendere. Come ti senti al solo pensiero di non prenderla. Ascolta la verità nel tuo corpo perché il tuo corpo dice il vero, non ha filtri di menzogne.

Al netto dei “devo”, dei “posso”, al netto dei tuoi abbandoni infantili, della tua storia familiare e delle tue soluzioni per sopravvivere ad una vita infelice, che cosa vuoi, per te, ora? Al netto di ogni pregiudizio, della tua immaginazione sul come essere socialmente riconosciuto/a “brava” e “degna”, cosa dovrebbe accadere per autorizzarti a volere quello che veramente vuoi?

L’opportunità nel fine vita animale

Forse qualcuno te lo avrà anche detto: goditi il presente, finché c’è. Il punto non è godersi il presente. Il punto è rendersi conto che stai vivendo la chiusura di un ciclo di vita ed è un momento fondamentale, bellissimo ed importantissimo. Un privilegio che non viene concesso a tutti.

Nelle chiusure dei cicli, si prende, si accoglie, ci si appropria, si sente dentro, si fa nostro il valore di ciò che è stato condiviso. Nella chiusura dei cicli, ci si confronta con la domanda: che cosa me ne sono fatto della nostra esperienza insieme? Che cosa me ne farò? Come traduco, da adesso in poi, l’amore che ho ricevuto e dato in azioni dentro la mia vita?

Vedi, il punto è che hai ancora tempo. Si tratti di un minuto, un’ora o un anno, hai ancora tempo e in quel tempo, poco o tanto che sia, tu puoi dare e prendere amore, puoi essere contributo e puoi riempire il tuo cuore di significato. Sta solo a te dare valore.

Nella nostra società siamo abituati a non dare valore, a dare per scontato, ad anticipare, andare oltre. Scorriamo contenuti senza prendere nulla e viviamo esperienze da una posizione ancora più lontana della superficialità perché la superficie non è pochezza, tutt’altro.

Ecco che il fine vita del tuo animale ti riconduce al valore delle cose, a ciò che conta, a ciò che significa.

Ti rendi conto del suo significato ma ti metti a guardare anche il significato delle scelte che compi. E sì, a volte ci si accorge di essere fragili e di preferire il sacrifico della sua vita alla propria incapacità di reggere il tempo. Ma la questione è: che cosa te ne vuoi fare con questa consapevoelzza? Come ti porti nella tua vita da ora in poi? Cosa sei disposta a fare per imparare a stare in relazione fino alla fine, per davvero? Quanto sei disposto a vivere la tua vulnerabilità e a lasciarti cambiare da questa mancanza di corazze?

Reggere il tempo significa accettare che la vita è oltre il nostro controllo. Al tempo stesso, possiamo controllare la qualità del tempo in vita.

Scegliere nel fine vita: la posizione corretta

Siamo piccoli, siamo umani, siamo inferiori alla Vita e ai suoi cicli. Scegliere mettendoti al di sopra della Vita è un atto arrogante, che produce infelicità e contrazione delle energie.

Il tuo animale ha molto da insegnarti in tal senso perché gli animali accettano la ciclicità dello stare al mondo, non temono la morte, si sottomettono al ciclo della vita con fiducia, fede e consapevolezza. Noi, nonostante tutte le religioni che popolano le coscienze, non abbiamo ancora imparato ad accettare la condizione mortale che ci caratterizza tutti. Arrenderti o lottare non è la prospettiva che ti libererà dai sensi di colpa. Se ti arrendi, ti sentirai in colpa per non aver lottato. Se lotti, ti sentirai in colpa per aver protratto la sofferenza.

La prospettiva con cui guardare alle tue scelte è la presenza. Come cambierebbe la tua scelta se, al posto di: “Cosa devo fare?” tu ti chiedessi “Come voglio stare?

Se vuoi lavorarne di persona con il coaching, ti invito alla sessione individuale online in presenza con me.

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